17. SS-Panzergrenadier-Division "Götz von Berlichingen"

17. SS-Freiwilligen-Panzergrenadier-Division "Götz von Berlichingen"
Simbolo della 17. SS-Freiwilligen-Panzergrenadier-Division "Götz von Berlichingen"
Descrizione generale
Attiva3 ottobre 1943 - 8 maggio 1945
NazioneBandiera della Germania Germania
Servizio Waffen-SS
TipoFanteria meccanizzata
DimensioneDivisione
Battaglie/guerreSeconda guerra mondiale:
Reparti dipendenti
SS-Panzergrenadier-Regiment 35 (poi 37)
SS-Panzergrenadier-Regiment 36 (poi 38)
SS-Panzer-Aufklärungs-Abteilung 17
SS-Panzer-Abteilung 17
SS-Panzerjäger-Abteilung 17
SS-Flak-Abteilung 17
SS-Pionier-Bataillon 17
SS-Nachrichten-Abteilung 17
SS-Feldersatz-Bataillon 17
SS-Divisions-Nachschubtruppen 17
SS-Panzer-Instandsetzungs-Abteilung 17
SS-Wirtschafts-Bataillon
SS-Sanitäts-Abteilung 17
SS-Feldpostamt 17
SS-Kriegsberichter-Zug 17
SS-Feldgendarmerie-Kompanie 17
SS-Artillerie-Regiment 17
Comandanti
Degni di notaSS-Standartenführer Otto Binge
SS-Gruppenführer Werner Ostendorff
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La 17. SS-Panzergrenadier-Division "Götz von Berlichingen" fu formata nell'ottobre 1943 ed era composta principalmente da volksdeutsche.[2]

Storia

Dopo un breve periodo di addestramento svolto in Francia, nel gennaio 1944 la divisione venne aggregata all'80º corpo d'armata del gruppo d'armate D sotto il comando del feldmaresciallo Gerd von Rundstedt.[3]

L'11 giugno la divisione ebbe il battesimo del fuoco scontrandosi con la 101st Airborne Division nei pressi di Carentan in Normandia.[2][3]

Nello stesso mese fu impegnata in aspri combattimenti nel tentativo di arrestare l'avanzata alleata in Francia.[3] Le perdite furono così elevate che agli inizi di luglio l'intera divisione contava appena 8.500 uomini. Sempre nel mese di luglio prese parte a varie controffensive tedesche per arginare gli alleati che dilagavano nel nord della Francia.[2]

La divisione subì ancora pesantissime perdite e rischio di essere annientata nel tentativo riuscito di sfuggire dalla sacca di Falaise.[3] Successivamente venne trasferità a Metz per essere riorganizzata. Nella prima settimana di settembre venne incaricata di distruggere la testa di ponte alleata sulla Mosella.[3] L'attacco fallì e l'unità fu costretta a retrocedere e a difendere la stessa Metz.[2]

Nell'ultimo trimestre del 1944 sostenne duri combattimenti nella regione della Saar e fu respinta fin dietro la linea Maginot;[3] tali combattimenti ridussero l'organico dell'unità a circa 4.000 uomini. Verso dicembre l'organico fu totalmente ripristinato con l'arrivo di nuovi rinforzi.[2]

Nel gennaio 1945 prese parte all'operazione Nordwind, l'ultima offensiva tedesca sul fronte occidentale.[3] Assegnata alla difesa di Norimberga, combatté qui fino al 20 aprile prima di ritirarsi a Donauwörth e successivamente a Moosburg con gli effettivi ridotti a 4.000 uomini.[2]

I superstiti si arresero agli americani il 7 maggio 1945 ad Achensee.[2][3]

Teatri operativi

Decorati con la Croce di Cavaliere

In totale furono 4 gli uomini decorati con la Croce di Cavaliere della Croce di Ferro.

Comandanti

  • SS-Standartenführer Otto Binge (ottobre 1943 – gennaio 1944)
  • SS-Gruppenführer Werner Ostendorff (gennaio 1944 – 15 giugno 1944)
  • SS-Standartenführer Otto Binge (16 giugno 1944 – 18 luglio 1944)
  • SS-Brigadeführer Otto Baum (18 giugno 1944 – 1º agosto 1944)[5]
  • SS-Standartenführer Otto Binge (1º agosto 1944 – 29 agosto 1944)
  • SS-Oberführer Dr. Eduard Deisenhofer (30 agosto 1944 – settembre 1944)
  • SS-Standartenführer Thomas Müller (settembre 1944 – settembre 1944)
  • SS-Standartenführer Gustav Mertsch (settembre 1944 – ottobre 1944)
  • SS-Gruppenführer Werner Ostendorff (21 ottobre 1944 – 15 novembre 1944)
  • SS-Standartenführer Hans Lingner (15 novembre 1944 – 9 gennaio 1945)
  • Oberst Gerhard Lindner (9 gennaio 1945 – 21 gennaio 1945)
  • SS-Standartenführer Fritz Klingenberg (21 gennaio 1945 – 22 marzo 1945)
  • SS-Obersturmbannführer Vinzenz Kaiser (22 marzo 1945 – 24 marzo 1945)
  • SS-Standartenführer Jakob Fick (24 marzo 1945 – 27 marzo 1945)
  • SS-Oberführer Georg Bochmann (27 marzo 1945 – 8 maggio 1945)

[2][3]

Curiosità

La divisione porta il nome del cavaliere tedesco Götz von Berlichingen, vissuto nel XVI secolo, il quale perse in battaglia la mano destra e fu costretto a indossare una protesi di ferro; non a caso l'emblema della divisione è un pugno di ferro stilizzato.

All'interno della divisione erano presenti circa 6.000 italiani.

Videogiochi

Una rappresentazione videoludica della 17. SS-Panzergrenadier-Division "Götz von Berlichingen" è presente in Steel Division: Normandy 44.

Note

  1. ^ L'unità fu impiegata anche nei combattimenti contro i partigiani francesi
  2. ^ a b c d e f g h 17, su www.lexikon-der-wehrmacht.de. URL consultato il 23 giugno 2024.
  3. ^ a b c d e f g h i 17. SS-Panzergrenadier-Division "Götz von Berlichingen", su www.okh.it. URL consultato il 23 giugno 2024.
  4. ^ (EN) Massimiliano Afiero, The 17th Waffen-SS Panzergrenadier Division Götz Von Berlichingen: An Illustrated History, Schiffer Publishing Limited, 2018, ISBN 978-0-7643-5450-2. URL consultato il 23 giugno 2024.
  5. ^ 17. SS-Panzergrenadier-Division "Götz von Berlichingen", Waffen-SS - TracesOfWar.com, su www.tracesofwar.com. URL consultato il 23 giugno 2024.

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Collegamenti esterni

  • 17. SS-Panzergrenadier-Division "Götz von Berlichingen", su portal.ehri-project.eu.
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