Collegamento ipertestuale

In informatica, un collegamento ipertestuale (in inglese hyperlink, spesso chiamato semplicemente link, usato anche in italiano) è un elemento presente in un documento digitale che consente di passare direttamente a un’altra sezione dello stesso documento o a un altro documento. I link sono comunemente usati su Internet per "navigare" tra pagine web.

Per poter essere notato dal lettore, un collegamento ipertestuale viene normalmente distinto per qualche peculiarità grafica: la più tipica è la sottolineatura (vedi immagine). L'attivazione di un collegamento viene effettuata attraverso il puntamento tramite il mouse e il clic sul pulsante sinistro, cui segue la visualizzazione della destinazione del collegamento; l'operazione può essere effettuata anche usando la tastiera, ma è meno pratica.

Collegamenti ipertestuali nel World Wide Web

Storia

La storia del collegamento ipertestuale è strettamente legata alla nascita del World Wide Web. Il concetto è stato introdotto nel 1989 da Tim Berners-Lee e Robert Cailliau, due informatici che lavoravano al CERN: l’idea era di creare un sistema per condividere facilmente i dati tra i fisici di tutto il mondo. Questo sistema doveva permettere di collegare tra loro diversi documenti, facilitando la navigazione tra le informazioni correlate. Berners-Lee e Cailliau hanno così sviluppato il concetto di ipertesto, ossia un testo che contiene collegamenti ad altri testi. Il web è quindi sostanzialmente un insieme di ipertesti collegati tra loro attraverso i link.

Accessibilità dei collegamenti ipertestuali
Accessibilità dei collegamenti ipertestuali

Con la diffusione di massa di Internet, i collegamenti ipertestuali sono stati associati indissolubilmente al tag <a>, che si usa nel linguaggio HTML per generarli in un browser, come in questo esempio:

<a href="http://it.wikipedia.org">Wikipedia</a>

che, se cliccato, conduce alla risorsa indicata dall'Uniform Resource Locator (URL) href=http://it.wikipedia.org .

Il testo che contiene un collegamento o link a un'altra pagina è denominato in inglese anchor text. Normalmente i motori di ricerca tengono molto conto di questo fattore. I termini che fanno da ancora vengono considerati quasi come se fossero delle parole chiave.

Un esempio di codice html che possa far comprendere l'anchor text è il seguente:

<a href="http://it.wikipedia.org">Pagina principale di Wikipedia</a>

Nella pagina appare quindi «Pagina principale di Wikipedia» in genere di colore blu sottolineato che riporterà come nell'esempio alla pagina internet indicata nell'indirizzo web. È altresì importante e da considerare che i motori di ricerca non amano parole molto generiche, lunghe o fuorvianti nell'anchor text. Quello inserito nell'esempio, è esattamente il codice html che riporta a un sito web con attinenza all'anchor text stesso.

Al giorno d'oggi, i collegamenti sono anche un'unità di misura della notorietà di un sito (Link popularity): quanti più collegamenti ipertestuali conducono ad un sito, tanto più alta deve essere la sua qualità. Su questo principio si basa anche Google.

Con il diffondersi di siti amatoriali o per organizzazioni non a scopo di lucro, che quindi tipicamente non possono permettersi costose pubblicità ma che devono sostenere le spese di mantenimento del sito stesso, si è andata diffondendo la pratica dello scambio di link: due o più siti, spesso con tematiche comuni, si pubblicizzano l'un l'altro, gratuitamente; lo scopo di ciò è il tentativo di unire il parco visitatori, che potrebbero così divenire utenti sia dell'uno che dell'altro sito, aumentando così il flusso di traffico dei siti coinvolti e quindi la visibilità, la notorietà e gli incassi derivanti da banner.

Tecniche

Collegamenti profondi (deep linking)

Lo stesso argomento in dettaglio: Deep linking.

L'approccio, molto diffuso, di pubblicare in un sito dei collegamenti diretti a pagine interne di un altro sito è detto deep linking, e non sempre è pratica permessa: ci sono alcuni siti che vietano i collegamenti profondi[1], costringendo quindi i visitatori a cercare la pagina dove sarebbero dovuti venir rimandati dal sito di provenienza.

I motivi di questo tipo di divieti possono essere facilmente di natura economica, dal momento che un utente, se costretto a trovare un articolo in un sito (anziché avere il collegamento già pronto), probabilmente vedrà più pagine di quello stesso sito, e quindi più pubblicità (in forma di banner), comportando quindi più guadagni per il gestore del sito contenente la pagina desiderata.

Collegamenti permanenti

Lo stesso argomento in dettaglio: Permalink.

A volte, specie in siti aggiornati di frequente (tipicamente i blog), viene reso disponibile un collegamento permanente, abbreviato in permalink; questo è un collegamento garantito per durare nel tempo, e che porterà all'articolo desiderato anche quando questo sarà considerato "vecchio" e quindi non più facilmente raggiungibile perché sostituito in visibilità da altri articoli più recenti.

Prefetching e prerendering

Le specifiche di HTML 5 consentono le seguenti operazioni:

  • prefetching: istruire il browser a pre-caricare e salvare nel computer dell'utente l'URL di primo livello;
  • prerendering: istruire il browser a pre-caricare e salvare nel computer dell'utente tutte le URL associate a un determinato link, prima che questo sia aperto col doppio click dell'utente.

In questo modo l'utente avrà l'esperienza di una navigazione più veloce, ottimizzando l'uso della banda disponibile nei momenti di inattività legati alla permanenza in una pagina web.

Linking e Diritto d'Autore

La comunicazione a pubblico distante, trattata negli articoli 16 e 16-bis della Legge sulla protezione del diritto d'autore, prevede per il titolare il diritto esclusivo di comunicazione al pubblico su filo o senza filo dell'opera, attraverso mezzi di diffusione a distanza (quali telegrafo, telefono, radio, televisione ed altri mezzi analoghi).[2][3]

Il linking è stato oggetto di molte discussioni negli ultimi anni, volte a stabilire se il suo utilizzo (ad esempio per linkare sul proprio sito un contenuto presente su un altro sito) consista effettivamente in comunicazione a pubblico distante, violando quindi il diritto esclusivo del titolare.

Nella causa C-466/12 la Corte di Giustizia dell'Unione Europea si è espressa in merito alla domanda di pronuncia relativa all'interpretazione dell'articolo 3, paragrafo 1, della direttiva 2001/29/ce [4]. La domanda è stata presentata nell'ambito di una controversia avviata dai signori Nils Svensson, Sten Sjögren, Madelaine Sahlman e Pia Gadd nei confronti della società Retriever Sverige AB, accusata di aver inserito nel proprio sito internet come collegamenti ipertestuali (linking) degli articoli di cui Svensson, Sjögren, Sahlman e Gadd sono titolari del relativo diritto d'autore. La Corte di giustizia dell'Unione Europea ha sancito, tramite la sentenza relativa alla causa C-466/12 del 13 febbraio 2014[5], che il linking, dal momento che non "amplia" il pubblico concepito da colui che aveva originariamente pubblicato il contenuto sulla propria piattaforma, non consiste in violazione del diritto d'autore, non costituendo comunicazione a pubblico distante.

Linking di contenuti pubblicati illegalmente

Una questione più specifica è stata sollevata in merito al linking di contenuti pubblicati online senza l'autorizzazione del titolare dei diritti (attraverso azioni di pirateria).

La sentenza relativa alla causa C-160/15 dell'8 settembre 2016[6], ha sancito che, se colui che linka il contenuto protetto da diritto d'autore (pubblicato illegalmente) non ha fini di lucro e non sia a conoscenza dell'illegittimità della pubblicazione di tale contenuto su un altro sito Web, non sta effettuando "comunicazione al pubblico" e non viola quindi il diritto d'autore.

Se invece il link viene fornito con fini di lucro, si presuppone che colui che compie l'azione abbia i mezzi per verificare l'illegalità della pubblicazione sull'altro sito web e quindi deve rispondere della violazione del diritto d'autore, trattandosi di "comunicazione al pubblico".


Altri tipi di collegamenti ipertestuali

Esistono altri tipi di ipertesto che non sono legati al web:[7]

- Le enciclopedie multimediali su CD-ROM o DVD-ROM contengono testi, immagini, video e collegamenti ipertestuali tra le varie voci: un esempio famoso è stato Encarta di Microsoft.

- Molti software e dispositivi elettronici includono guide e manuali d’uso interattivi che utilizzano ipertesti per navigare tra le diverse sezioni e argomenti.

- I libri elettronici (e-book) contengono collegamenti ipertestuali che permettono di saltare tra capitoli, note a piè di pagina, riferimenti e altre sezioni del libro.

- Programmi come Microsoft PowerPoint permettono di creare presentazioni multimediali con collegamenti ipertestuali che possono portare a diapositive specifiche all’interno della presentazione stessa o a risorse esterne.

- I codici QR sono un esempio di ipertesto "fisico": Quando scansionati con uno smartphone, possono portare a informazioni aggiuntive, pagine web, video, ecc.

Note

  1. ^ Vedi ad esempio (FRNLEN) Irisnet.
  2. ^ Art. 16 legge sulla protezione del diritto d'autore, su Brocardi.it. URL consultato il 25 giugno 2020.
  3. ^ Art. 16 bis legge sulla protezione del diritto d'autore, su Brocardi.it. URL consultato il 25 giugno 2020.
  4. ^ Direttiva 2001/29/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 maggio 2001, sull'armonizzazione di taluni aspetti del diritto d'autore e dei diritti connessi nella società dell'informazione, OJ L, 32001L0029, 22 giugno 2001. URL consultato il 3 luglio 2022.
  5. ^ CURIA - Documenti, su curia.europa.eu. URL consultato il 25 giugno 2020.
  6. ^ CURIA - Documenti, su curia.europa.eu. URL consultato il 25 giugno 2020.
  7. ^ Ipertesto, cos'è e come funziona - Andrea Minini, su andreaminini.com. URL consultato il 14 agosto 2024.

Voci correlate

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàGND (DE) 4617682-2
  Portale Internet
  Portale Telematica