Cortereggio

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Cortereggio
frazione
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Piemonte
Città metropolitana Torino
ComuneSan Giorgio Canavese
Territorio
Coordinate45°17′55″N 7°47′05″E45°17′55″N, 7°47′05″E (Cortereggio)
Altitudine245 m s.l.m.
Abitanti229[1] (circa)
Altre informazioni
Cod. postale10090
Prefisso0124
Fuso orarioUTC+1
TargaTO
Nome abitanticortereggiesi
PatronoSanta Lucina
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Cortereggio
Cortereggio
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La frazione di Cortereggio (Cortress in piemontese) è situata all'interno del comune di San Giorgio Canavese, in provincia di Torino e conta attualmente 229 abitanti. L'abitato della frazione è posto a sud del capoluogo, da cui dista circa 5 chilometri, a 245 m s.l.m. in esclusiva e totale pianura accanto al Torrente Orco. Le principali strade di accesso a Cortereggio sono quelle che lo collegano ai vicini comuni di Lusigliè e San Giusto Canavese. La documentazione archivistica e lo stesso toponimo (Curtis Regia) attestano l'origine altomedievale dell'insediamento di Cortereggio[2][3].

Antonio Michela Zucco

Il borgo di Cortereggio è caratterizzato da una struttura urbanistica molto compatta ad impianto ortogonale. Sulle strette vie si affacciano le numerose cascine con portici, legnaie e fienili che si sviluppano lungo il lato strada, cui seguono il cortile, le stalle e la parte abitativa nel lato più interno. Al centro della frazione si trova la chiesa, dedicata alla Natività di Maria Vergine, che fu a lungo una cappellania semiautonoma posta alle dipendenze dall'arciprete di San Giorgio. In occasione della solennità della Natività della Vergine, titolare della chiesa frazionale, si compie una processione in cui le giovani donne della borgata portano sul capo le "caritore", caratteristici coni infiorati. A Cortereggio si solennizza anche la festa patronale di Santa Lucina che cade il 30 giugno; essa viene celebrata l'ultima domenica di giugno o la prima domenica di luglio con una processione attraverso le vie della frazione in cui si porta l'urna-simulacro effigiante la santa martire.

Attualmente il territorio di Cortereggio, così come il capoluogo San Giorgio, sono parte della diocesi di Ivrea, ma fino al 1805 la giurisdizione spirituale su Cortereggio era esercitata dall'abate nullius di San Benigno di Fruttuaria.

Il più famoso cittadino di Cortereggio è stato Antonio Michela Zucco che qui nacque il 1º febbraio 1815 e morì a Quassolo il 24 dicembre 1886.[4] Fin da giovanissimo concepì l'idea di un alfabeto universale "che vieppiù accomunasse gli uomini nei loro rapporti, nei loro interessi, nell'espressione dei loro sentimenti". Dagli studi teorici passò all'applicazione pratica e nel 1863 presentò per la prima volta ai partecipanti al Secondo Congresso Pedagogico (Milano, Palazzo Brera) il suo sistema di stenografia "a processo sillabico istantaneo ad uso universale mediante piccolo e portatile apparecchio a tastiera".[5] Nacque così la Macchina Michela.[6]

Presso il Museo civico di San Giorgio Canavese “Nòssi Ràis”[7] sono conservati la Macchina Michela ed il meccanismo dell'orologio realizzato nel Settecento dal calusiese Domenico Massa per il campanile di Cortereggio[8].

La Piattella canavesana di Cortereggio

Cortereggio è luogo di produzione della piattella canavesana di Cortereggio (faseul ëd Cortress in piemontese), una varietà locale di fagiolo.[9] Si tratta di un “fagiolo bianco, reniforme, piuttosto piatto – da cui il nome piattella – e con una buccia che la bassa concentrazione di calcio nel suolo rende molto sottile. Le piattelle erano un'importante risorsa economica per le famiglie del luogo, che le vendevano a clienti di tutto il Canavese. Tradizionalmente si seminavano assieme al mais, le cui piante fungevano da tutore per quelle del legume”[10]. A partire dagli anni Ottanta del Novecento la produzione venne via via abbandonata e fu mantenuta la coltivazione, per uso esclusivamente famigliare, solamente da parte di qualche agricoltore locale. Nel 1981 però l'agricoltore Mario Boggio consegnò alcuni chilogrammi di questo fagiolo alla banca del germoplasma presso la Facoltà di scienze agrarie dell'Università degli Studi di Torino, così da conservarne la semente. Grazie alla lungimirante iniziativa di Mario Boggio la coltivazione della piattella è stata ripresa dagli agricoltori di Cortereggio, che hanno dato vita ad una associazione con l'obiettivo di recuperare e promuovere questa antica coltura. Dal 2010 la Piattella canavesana di Cortereggio è Presidio Slow Food.[11]

Note

  1. ^ www.resitalica.it/nav/frazione.asp?id=18140
  2. ^ Francesco Panero, Servi e rustici. Ricerche per una storia della servitù, del servaggio e della libera dipendenza rurale nell'Italia medievale, Vercelli, Società storica vercellese, 1990, pp. 115, 122, 124.
  3. ^ Alessandro Barbero, Storia del Piemonte dalla preistoria alla globalizzazione, Torino, Einaudi, 2008, p. 85.
  4. ^ Antonio Michela Zucco (1815-1886) | Senato della Repubblica, su www.senato.it. URL consultato il 19 luglio 2024.
  5. ^ Il Sistema Michela (PDF), su senatoragazzi.it.
  6. ^ Macchina Michela, in Wikipedia, 29 gennaio 2023. URL consultato il 19 luglio 2024.
  7. ^ ePublic Srl- www.epublic.it, Museo Storico Etnografico "Nossi Rais", su Comune di San Giorgio Canavese. URL consultato il 19 luglio 2024.
  8. ^ Fulvio Bortolozzo, Nòssi Ràis. Il museo civico di San Giorgio Canavese, Torino, Bortolozzo, 2001 (consultabile on-line: http://www.bortolozzo.net/mocambo/territorio/nossi/16.html Archiviato il 5 marzo 2016 in Internet Archive.).
  9. ^ LDMulti, Fagiolo bianco Piattella Canavesana di Cortereggio, su Prodotti del Paniere, 22 novembre 2014. URL consultato il 19 luglio 2024.
  10. ^ Guida ai Presìdi Slow Food: per scoprire i prodotti che raccontano l'Italia, le osterie che li cucinano, mangiare e dormire dai produttori, Bra, Slow Food, 2012, p. 174.
  11. ^ Piattella canavesana di Cortereggio - Presìdi Slow Food, su Fondazione Slow Food. URL consultato il 19 luglio 2024.

Bibliografia

  • Bertolotti Antonino, Passeggiate nel Canavese, Ivrea, Curbis, 1868, vol. II, pp. 72–96.
  • Fassino Gianpaolo, Presìdi Slow Food e buone pratiche di comunità. Il caso della Piattella canavesana di Cortereggio, in Quando il cibo si fa benessere. Alimentazione e qualità della vita, a cura di Paolo Corvo e Gianpaolo Fassino, Milano, Franco Angeli, 2015, pp. 191–205.
  • Guida ai Presìdi Slow Food: per scoprire i prodotti che raccontano l'Italia, le osterie che li cucinano, mangiare e dormire dai produttori, Bra, Slow Food, 2012, p. 174.

Voci correlate

Collegamenti esterni

  • Scheda Piattella canavesana di Cortereggio - Sito Fondazione Slow Food per la Biodiversità, su fondazioneslowfood.it (archiviato dall'url originale il 28 novembre 2014).
  • Sito Associazione Piattella canavesana di Cortereggio, su piattellacortereggio.altervista.org. URL consultato il 6 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 13 dicembre 2013).
  • Sito dedicato alla storia e alle tradizioni di Cortereggio [collegamento interrotto], su cortereggio.it.
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