Domus de janas Sos Furrighesos
Domus de janas Sos Furrighesos | |
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Protome taurina | |
Civiltà | Neolitico Recente |
Epoca | 2700-2400 a. C. |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Comune | Anela |
Amministrazione | |
Responsabile | Comune di Anela |
Visitabile | sì |
Mappa di localizzazione | |
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La domus de janas di Sos Furrighesos si trova nella provincia di Sassari, in territorio di Anela, a dieci chilometri N-E circa dall'abitato di Nughedu San Nicolò, ed è situata nel costone sud di Pianu Oschiri, un altopiano vulcanico ai confini tra il Goceano e il Logudoro. Si tratta di una necropoli scavata nella roccia del costone dell'altopiano vulcanico di Pianu Oschiri, che si affaccia sul rio Tuvu 'e carru.
Descrizione
La necropoli è costituita da 18 domus de janas, scavate su tre livelli orizzontali sovrapposti, per un'altezza massima di m 3 sul piano di campagna. In base ai materiali rinvenuti nel corso degli scavi le sepolture sono state datate ad un periodo compreso tra il Neolitico finale (cultura di San Michele, 3200-2800 a.C.) e il Bronzo antico (cultura di Bonnanaro, 1800-1600 a.C.)[1]. Le tombe erano raggiungibili grazie a delle tacche incise sulle rocce, un accurato sistema di canalette convogliava le acque piovane e d'infiltrazione verso il basso e ai lati dei portelli delle tombe, preservando decorazioni, salme e corredi funebri dall'umidità e dal degrado. Gli ingressi erano chiusi con portelli di legno o pietra.
Elementi decorativi-cultuali
Tomba IX - Sa tumba de su re
La tomba IX, chiamata anche sa tumba de su re (la tomba del re), è costituita da un'unica cella. Il portello d'ingresso è evidenziato da una stele (m 4,05 di h, m 4,02 di largh.) scolpita in rilievo e divisa, da un listello orizzontale sagomato a forma di trapezio, in due riquadri: quello superiore a lunetta l'inferiore a trapezio. Uguale rilievo ha la fascia che contorna la stele lateralmente e superiormente. La stele fu scolpita in tempi successivi allo scavo dell'ipogeo, (1600-1800 a. C.) durante il nuragico arcaico[2]. Al di sopra di questo partito architettonico, su un tratto spianato ci sono tre incavi che contengono tre pilastrini betilici[3] tenuti fermi da scaglie di roccia e ciottoli oblunghi disposti a coltello[4]. La cella è a pianta rettangolare (m. 4,05 x 2,20 x 1,65), il soffitto e le pareti sono ornati di incisioni. Queste ultime sono state eseguite con diverse tecniche: a martellina, lineari, a polissoir e a puntinato, di epoca romana o epoca altomedievale. Le incisioni a martellina risalgono a diverse epoche dalla cultura di Abealzu-Filigosa all'età del bronzo[5].
Note
- ^ leggi online su Sardegna Cultura, su sardegnacultura.it. URL consultato il 7 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 30 marzo 2023).
- ^ G. Tanda, J. Mangold, L'arte delle Domus de Janas, Sassari, 1985 p.169
- ^ online su Sardegna Cultura, cit.
- ^ G. Tanda, cit., p.169
- ^ G. Tanda, cit., p.170
Bibliografia
- Ercole Contu, Notiziario-Sardegna in RSP Rivista di Scienze Preistoriche, XXV, Firenze 1970 pp. 430 e seg.
- Editta Castaldi, Le domus nuragiche, Roma, 1975
- Giuseppa Tanda, Jngeborg Mangold, L'arte delle Domus de Janas, Chiarella, Sassari, 1985
- Alberto Moravetti, Paolo Melis, Lavinia Foddai e Elisabetta Alba – La Sardegna preistorica – Regione Autonoma della Sardegna, Cagliari; Sassari Delfino, 2017 ISBN 9788893610827
Voci correlate
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