Giochi Isolimpici

Il Tempio dei giochi Isolimpici.

I Giochi Isolimpici o Italikà Romaia Sebastà Isolympia furono delle celebrazioni atletiche e religiose, istituite a Napoli presumibilmente nel 2 d.C in onore dell'imperatore Augusto.

Competizioni

I giochi, infatti, come i giochi olimpici antichi, si svolgevano ogni quattro anni, duravano cinque giorni, tra la fine di luglio e l'inizio di agosto e comprendevano specialità quali: lo stadio, il diaulo, il dolico, l'oplitodromia, l'apobate, il pentathlon, la lotta, il pugilato, il pancrazio, lo stadio (riservato alle figlie dei buleuti), diaulo e tagmaesso per i fanciulli e la corsa dei carri.[1] Inoltre, erano previste anche gare di recitazione, di musica e di canto come: suonatori di tromba, di cetra, di flauto e pantomimi.[1][2]

Cassio Dione riporta:

(GRC)

«Αὐτῷ δὲ δὴ τῷ Αὐγούστῳ ἀγών τε ἱερὸς ἐν Νέᾳ πόλει τῇ Καμπανίδι, λογῳ μὲν ὅτι κακωθεῖσαν αὐτὴν καὶ ὑπὸ σεισμοῦ καὶ ὑπὸ πυρὸς ἀνέλαβεν, τὸ δ᾽ἀληθὲς ἐπειδὴ τὰ τῶν Ἑλλήνων μόνοι τῶν προσχῶρων τρὸπoν τινὰ ἐζήλουν, ἐψηφίσθη»

(IT)

«Per lo stesso Augusto fu decretato a Neapolis in Campania un concorso sacro, in teoria perché la rianimò dopo che era stata afflitta dal terremoto e dal fuoco, ma in realtà perché erano gli unici tra gli abitanti dei dintorni a curare in qualche modo la cultura greca»

(Cassio Dione, Storia romana, LV, 10,9)

I concorrenti, in larga parte originari dell'Asia Minore, dell'Egitto, della Grecia continentale, di Cipro e della Tracia e intenzionati a gareggiare, dovevano presentarsi a Neapolis non meno di trenta giorni prima della manifestazione e riportare agli agonoteti (rivestirono la carica gli stessi imperatori Tito, Domiziano e forse Vespasiano, ma anche politici di rango senatorio e consolare): il loro nome completo (secondo l'onomastica romana, chrematizein, se cittadini o il nome proprio seguito dal patronimico, patrothen, se stranieri), la patria (patris), la disciplina prescelta (agonisma) e la classe d'età (kata ten krisin, i fanciulli forse dai 12 ai 17 anni, i giovani dai 17 ai 20 anni e gli uomini dai 20 anni in poi).[1][3] Inoltre, gli atleti erano divisi in categorie speciali, come quella dei Klaudianè Krisis o "categoria Claudiana" e quella dei Sebastè Krisis o "categoria Augusta" (in onore rispettivamente degli imperatori Claudio e Augusto), entrambe probabilmente non riservate ai soli fanciulli e venivano distinti anche in politai e xenoi, cioè cittadini e stranieri.[1] Gli atleti che si presentavano oltre la data di iscrizione dovevano giustificare il loro ritardo pena squalificazione, multa o addirittura una condanna alla fustigazione, mentre erano previsti dei rimborsi agli atleti che avevano sostenuto delle spese;[1] infatti i finanziamenti dei giochi erano di competenza della liturgia ed erano imposte a turno sui cittadini ricchi.[4]

Gli agonoteti erano coadiuvati dal ginnasiarca, il quale aveva il compito di dirigere il ginnasio, dall'xystarches (a capo di un'associazione di atleti che frequentavano il ginnasio e scelto dall'imperatore tra gli ex-atleti, soprattutto pancraziasti, lottatori e corridori, divenendo anche una carica ereditaria), i mastigofori (uomini armati con delle verghe con il compito di mantenere l'ordine pubblico) e l'eisagogeus (membro di un collegio di magistrati eletti a sorte, spesso in carica sotto l'agonotesia del padre ed era un "introduttore, presentatore" di un concorso sportivo).[5] Inoltre, tra le gare atletiche/ippiche e quelle artistiche, si svolgevano una processione verso il Cesareo e il sacrificio di cento buoi offerto dagli artisti e di altri animali da parte della città.[1]

Alla fine delle gare gli agonoteti distribuivano i premi: una corona di spighe per i vincitori delle gare ippiche e atletiche (che veniva trasportata nel ginnasio con una cerimonia solenne) o somme di denaro, che in alcuni casi potevano raggiungere anche le 4.000 dracme, per i vincitori delle gare artistiche; in caso di pareggio, ossia una gara hierà (dedicata alla divinità), o quando nessun atleta ha disputato un incontro, gli agonoteti consacravano le corone nel ginnasio.[1] La data dell'ultima edizione è ignota, ma le celebrazioni continuarono almeno fino al III-IV secolo.[2]

Vincitori

  • Flavia Thalassìa di Efeso
  • Aimilia Rekteina
  • Tryphosa, Hedea e Dionysia, figlie di Hermesianax di Tralles
  • Seia Spes
  • Tito Flavio Euante
  • Tito Flavio Zosimo
  • Nikegora
  • Polygnota di Tebe

Note

  1. ^ a b c d e f g Di Nanni Durante, pp. 10-11.
  2. ^ a b Di Nanni Durante, p. 8.
  3. ^ Cioffi, Di Nanni Durante, p. 196.
  4. ^ Cioffi, Di Nanni Durante, p. 208.
  5. ^ Cioffi, Di Nanni Durante, pp. 197-199.

Bibliografia

  • Diva Di Nanni Durante, I Sebastà di Neapolis. Il regolamento e il programma, in Ludica, n. 13-14, 2007-2008.
  • Rita Cioffi e Diva Di Nanni Durante, Xystarchai ed eisagogeis ai Sebasta di Neapolis, in Historika, n. 13, 2023.
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