Natanleod

Natanleod, secondo la Cronaca anglosassone, fu un sovrano dei Britanni. Tuttavia è quasi certo che non sia mai esistito[1]. L'opera afferma che nel 508[2] Cerdic e Cynric "uccisero un certo re britannico di nome Natanleod e cinquemila dei suoi uomini, ragion per cui l'area fino al guado di Cerdic prese il nome di Natanleaga"[3]. Il guado di Cerdic è stato identificato con Charford, nell'odierno Hampshire[4] e Natanleaga con una zona paludosa, la Netley Marsh, nei pressi della città di Totton, nell'Hampshire[5]. Tuttavia Natanleaga non deriva dal ricordo della sconfitta di Natanleod, ma dall'antica parola inglese naet, che significa bagnato[1][2][6]. Nei secoli XIX e XX Natanleod è stato frequentemente identificato con Ambrosio Aureliano. Ma Edward Gibbon, nella Storia del declino e della caduta dell'Impero romano, è scettico verso questa identificazione.

Note

  1. ^ a b Sims-Williams, "Settlement", p. 29; Yorke, Kings and Kingdoms, p. 4.
  2. ^ a b Campbell, Anglo-Saxons, pp. 26–27.
  3. ^ Swanton, Anglo-Saxon Chronicle, p. 14, Ms. A, s.a. 508, modificato dopo Stenton, Anglo-Saxon England, p. 20.
  4. ^ Oggi diviso in North Charford e South Charford
  5. ^ Swanton, Anglo-Saxon Chronicle, p. 135, note 14; Yorke, Kings and Kingdoms, p. 4.
  6. ^ Campbell, Anglo-Saxons, pp. 26–27; Sims-Williams, "Settlement", pp. 29–30.

Bibliografia

  • James Campbell, Eric John e Patrick Wormald, The Anglo-Saxons, London, Phaidon, 1982, ISBN 0-14-014395-5.
  • Patrick Sims-Williams, The settlement of England in Bede and the Chronicle, in Anglo-Saxon England, vol. 11, Cambridge, Cambridge University Press, 1983, pp. 1–42, ISBN 0-521-33202-8.
  • Frank Stenton, Anglo-Saxon England, 3rd, Oxford, Oxford University Press, 1973, ISBN 0-19-280139-2.
  • Michael Swanton, The Anglo-Saxon Chronicle, London, Dent, 1996, ISBN 0-415-92129-5.
  • Barbara Yorke, Kings and kingdoms of Early Anglo-Saxon England, London, Seaby, 1990, ISBN 1-85264-027-8.