Pier Francesco Cittadini

Ritratto di Gentiluomo con corazza e sciarpa rossa (Fondazione Cariplo)

Pier Francesco Cittadini, o Pierfrancesco Cittadini, detto il Milanese o il Franceschino (Milano, 1616 – Bologna, 1681), è stato un pittore italiano di tendenze barocche attivo prevalentemente a Bologna.

Biografia

Trieste - Galleria Nazionale d'Arte Antica - Natura morta con frutti e dolci.

La sua formazione artistica si svolse dapprima con il pittore Daniele Crespi, successivamente nel 1634 circa si trasferì a Bologna, dove seguì gli insegnamenti di Guido Reni, che influenzò le prime opere di Pier Francesco Cittadini, come ben esemplificato nel Martirio del protomartire e nella Caduta di san Paolo, ambedue in Santo Stefano (1637).[1]

Dopo la morte del maestro, Cittadini effettuò un lungo lavoro di ripescaggio della tradizione bolognese, a partire dal gusto carraccesco. L'opera La caduta di Saulo, dipinta nel 1645 evidenziò questo accostamento.[1]

Intorno alla metà del secolo si trasferì a Roma, dove si avvicinò all'ambiente degli artisti francesi che praticavano la pittura di genere. In quel periodo riuscì ad ottenere commissioni anche da parte di Luigi XIV, grazie soprattutto al successo riscosso con le nature morte ed i paesaggi.[1] Delle sue opere del periodo romano si ricordano Loth e le figlie e Agar e l'angelo (ora alla Pinacoteca di Dresda).

Nel 1650, ritornò a Bologna, dove il 19 giugno 1653 sposò Giulia Ballarini, dalla quale ebbe numerosi figli (sembra ventidue), di cui almeno tre, Carlo Antonio, Angelo Michele, Giovanni Battista, seguiranno le orme del padre.[2]

Subito dopo prese parte, con altri artisti, alla decorazione a fresco della villa Estense di Sassuolo: è una delle sue ultime opere di grandi dimensioni. Tra le opere di questa ultima fase creativa si possono menzionare: il Giudizio di Paride (Bologna, coll. Giovannini); le quattro tele con le Allegorie delle stagioni, Primavera, Estate (Galleria Estense di Modena), Autunno, Inverno (Pinacoteca civica di Bologna); sempre al 1650 circa risalgono le quattro tele con Figure sacre racchiuse in ghirlande di fiori (Modena, Galleria Estense); le tre Nature morte della Galleria Estense di Modena; le due Nature morte di Santa Maria di Galliera; la Frutta candita e frutta di stagione (Galleria nazionale d'arte antica di Trieste), tutte caratterizzate dall'influenza del Domenichino e dalle atmosfere nordiche tipiche dello Swanevelt.[1][2]

Interessante è anche il suo Doppio ritratto (Antonio e Agostino Azzurrini di Faenza), conservato alla Pinacoteca civica di Forlì.

Note

  1. ^ a b c d le muse, III, Novara, De Agostini, 1964, p. 318.
  2. ^ a b Giovanna Grandi, CITTADINI, Pier Francesco, detto il Milanese o il Franceschino, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 26, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1982. URL consultato il 16 giugno 2018.

Bibliografia

  • Giovanna Grandi, CITTADINI, Pier Francesco, detto il Milanese o il Franceschino, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 26, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1982. Modifica su Wikidata
  • Domenico Sedini, Pier Francesco Cittadini, catalogo online Artgate Archiviato il 16 maggio 2016 in Internet Archive. della Fondazione Cariplo, 2010, CC-BY-SA.
  • C. C. Malvasia, Vite di pittori bolognesi..., Bologna, 1961.
  • (EN) O. Kurz, Bolognese Drawings of the XVII and XVIII Centuries... at Windsor Castle, Londra, 1955.
  • A. Ghidiglia Quintavalle e E. Riccomini, Arte in Emilia, Parma, 1960.
  • R. Roli e E. Brunetti, La natura morta italiana, Milano, 1964.

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Collegamenti esterni

  • (EN) Pier Francesco Cittadini, in Cyclopædia of Biblical, Theological, and Ecclesiastical Literature, Harper. Modifica su Wikidata
  • Maria Farquhar, Biographical catalogue of the principal Italian painters, Londra, Ralph Nicholson Wornum, 1855, pag.47, Woodfall & Kinder, url= http://books.google.com/books?q=intitle:Wornum+intitle:principal+intitle:painters
  • Musee-Fesch sito, su musee-fesch.com. URL consultato l'11 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2008).
  • Sito del comune di Forlì, sezione cultura, dove è possibile vedere il Doppio ritratto (Antonio e Agostino Azzurrini di Faenza).
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