Tim Berners-Lee
Timothy John Berners-Lee (Londra, 8 giugno 1955[1]) è un informatico britannico, inventore del World Wide Web[2]. Nel 2016 è stato insignito del premio Turing.
Biografia
Il maggiore dei quattro figli di professori universitari, Conway Berners-Lee (1921-2019) e Mary Lee Woods (1924-2017), I suoi genitori erano informatici che lavorarono al primo computer commerciale, il Ferranti Mark 1, nel 1976 si laureò in fisica al Queen's College dell'Università di Oxford, dove, in seguito, costruì il suo primo computer. Successivamente trascorse due anni alla Plessey Telecommunications Ltd, per passare nel 1978 alla D.G Nash Ltd.[1]
Nel 1980 trascorse sei mesi, da giugno a dicembre, al CERN come consulente nel campo dell'ingegneria del software. Lì realizzò, per uso interno nella diffusione di informazioni fra i diversi centri del CERN, il primo software per immagazzinare informazioni usando associazioni casuali: Enquire. Tale prototipo, mai pubblicato, formerà la base concettuale per il futuro sviluppo del World Wide Web.[3]
Dal 1981 al 1984 lavorò al John Poole's Image Computer Systems Ltd. Nel 1984 ritornò al CERN con una borsa di studio per lavorare sui sistemi distribuiti real-time per l'acquisizione di dati scientifici e sistemi di controllo.
Nel 1989 propose[4] un progetto globale sull'ipertesto, poi noto come World Wide Web.
Il 27 luglio 2012 partecipa alla cerimonia d'apertura della XXX Olimpiade moderna a Londra.
Il World Wide Web
Tim Berners-Lee ha coniato il nome di World Wide Web (W.W.W), ha scritto il primo server per il World Wide Web, httpd, e il primo client (un browser e un editor), WorldWideWeb, nell'ottobre del 1990. Ha scritto inoltre la prima versione del linguaggio di formattazione di documenti con capacità di collegamenti ipertestuali, conosciuto come HTML. Le sue specifiche iniziali per URL, HTTP e HTML sono state, in seguito, perfezionate e discusse da una vasta comunità di utenti e programmatori.
In particolare, il 6 agosto 1991 Berners-Lee pubblicò il primo sito web al mondo, presso il CERN[5].
Nel 1993 Tim Berners-Lee venne intervistato dalla testata TG1 della RAI. Ai suoi diretti superiori al CERN, nel corso dell'intervista, fu chiesta un'opinione sulla possibilità che il CERN promuovesse, anche con fondi speciali di ricerca della Commissione Europea, l'idea del WWW e la sua promozione industriale. Il direttore del CERN, il fisico italiano Carlo Rubbia, disse che non riteneva compito del CERN promuovere quella pur brillante idea. Tim Berners Lee accettò l'offerta di Mike Dertouzos del MIT, lasciando il CERN per il Laboratory for Computer Science (LCS) del prestigioso Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, presso cui nel 1994 fondò il World Wide Web Consortium (W3C).
Nel 2002 gli è stato assegnato il Premio Marconi e il 15 aprile 2004 gli è stato assegnato il premio Millennium Technology per l'invenzione del World Wide Web.
Il 16 luglio 2004 Berners-Lee è stato insignito dell'onorificenza di Knight Commander of the British Empire dalla regina Elisabetta II d'Inghilterra, acquisendo il titolo di Sir[6].
Il 15 novembre 2011, intervenendo a Roma all'iniziativa Happy Birthday Web, lo scienziato ha parlato della situazione di Internet oggi e della necessità di garantire accesso e privacy. Il web e la rete Internet in generale sarebbero però in pericolo: "dobbiamo iniziare a parlare di diritto all'accesso al web e di diritto a non essere spiati. Internet deve restare gratis, aperto e neutrale". Questo strumento di comunicazione dev'essere impiegato senza timori e con la consapevolezza che esso è utile per crescere, dal punto di vista sia culturale che economico. "I governi devono usare il web come supporto perché aumenta l'efficienza e l'accessibilità ai dati".[7]
Il 4 aprile 2017 la Association for Computing Machinery annuncia di averlo insignito del premio Turing 2016 «per l'invenzione del World Wide Web, del primo browser web e dei protocolli e algoritmi fondamentali che consentono al web di adeguarsi alle dimensioni.» Infatti «Il WWW è considerato una delle innovazioni informatiche più influenti della storia, usata da miliardi di persone ogni giorno come lo strumento principale per comunicare, informarsi, commerciare e numerose altre attività.»[8]
Il 2 ottobre 2018 viene reso noto alla stampa dell'inizio da parte di Berners al fine di riportare il World Wide Web a come era stato ideato nel 1989. Berners si è infatti detto preoccupato da tempo per la sua creatura, che ora è diventato un business che crea scompiglio. Nasce così l'idea di Solid che ha l'obiettivo di creare una rete decentralizzata e libera, priva di business (Berners è contro il salvataggio dei dati dell'utente da parte delle aziende).[non chiaro]
Onorificenze
Onorificenze scientifiche
Premio Turing 2016 — 4 aprile 2017[8]
Onorificenze britanniche
Fellow della Royal Society of Arts
Onorificenze straniere
Opere
- Tim Berners-Lee, L'architettura del nuovo web: dall'inventore della rete il progetto di una comunicazione democratica, interattiva e intercreativa, Milano, Feltrinelli, 2001 [1999], ISBN 88-07-46028-9.
Note
- ^ a b Berners-Lee Longer Biography, su w3.org, World Wide Web Consortium. URL consultato il 18 novembre 2011.
- ^ Tim Berners Lee—Time 100 People of the Century, su Time Magazine (archiviato dall'url originale il 15 agosto 2007).«He wove the World Wide Web and created a mass medium for the 21st century. The World Wide Web is Berners-Lee's alone. He designed it. He loosed it on the world. And he more than anyone else has fought to keep it open, nonproprietary and free.»
- ^ Bill Stewart, Tim Berners-Lee, Robert Cailliau, and the World Wide Web, su livinginternet.com. URL consultato il 18 novembre 2011.
- ^ cern.info.ch - Tim Berners-Lee's proposal, su info.cern.ch. URL consultato il 3 giugno 2021.
- ^ Il sito è attualmente on line grazie ad un lavoro di restauro della pagina e dell'indirizzo originari, cfr. Cor.Com
- ^ a b Web's inventor gets a knighthood, BBC, 31 dicembre 2003. URL consultato il 18 novembre 2011.
- ^ Berners-Lee, diritto accesso a Internet, ANSA, 14 novembre 2011. URL consultato il 18 novembre 2011.
- ^ a b (EN) Inventor of World Wide Web Receives ACM A.M. Turing Award, su acm.org, ACM.
- ^ Web inventor gets Queen's honour, BBC, 13 giugno 2007. URL consultato il 18 novembre 2011.
- ^ Creator of the web turns knight, BBC, 16 luglio 2004. URL consultato il 18 novembre 2011.
- ^ Acta del Jurado
Voci correlate
Altri progetti
Altri progetti
- Wikisource
- Wikiquote
- Wikimedia Commons
- Wikisource contiene una pagina in lingua inglese dedicata a Tim Berners-Lee
- Wikiquote contiene citazioni di o su Tim Berners-Lee
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Collegamenti esterni
- (EN) Sito ufficiale, su w3.org.
- Berners-Lee, Tim, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Michael Aaron Dennis, Tim Berners-Lee, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Tim Berners-Lee, su royalsociety.org, Royal Society.
- (EN) Tim Berners-Lee, su TED, TED Conferences LLC.
- Opere di Tim Berners-Lee, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Tim Berners-Lee, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Opere riguardanti Tim Berners-Lee, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Bibliografia di Tim Berners-Lee, su Internet Speculative Fiction Database, Al von Ruff.
- (EN) Tim Berners-Lee (autore), su Goodreads.
- (EN) Tim Berners-Lee (personaggio), su Goodreads.
- (EN) Tim Berners-Lee, su GitHub.
- Registrazioni audiovisive di Tim Berners-Lee, su Rai Teche, Rai.
- (EN) Tim Berners-Lee, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Tim Berners-Lee, in Free On-line Dictionary of Computing, Denis Howe. Disponibile con licenza GFDL
- Il primo sito della storia del Web, riprodotto su w3.org
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Alberto Sols García (1981) • Manuel Ballester Boix (1982) • Luis Antonio Santaló Sors (1983) • Antonio García Bellido (1984) • David Vázquez Martínez, Emilio Rosenblueth (1985) • Antonio González González (1986) • Pablo Rudomín Zevnovaty, Jacinto Convit (1987) • Manuel Cardona e Marcos Moshinsky (1988) • Guido Münch (1989) • Salvador Moncada, Santiago Grisolía (1990) • Francisco Bolívar Zapata (1991) • Federico García Moliner (1992) • Amable Liñán (1993) • Manuel Elkin Patarroyo (1994) • Istituto Nazionale di Biodiversità della Costa Rica, Manuel Losada Villasante (1995) • Valentí Fuster Carulla (1996) • Equipo Investigador de Atapuerca (1997) • Pedro Miguel Etxenike Landiríbar, Emilio Méndez Pérez (1998) • Ricardo Miledi, Enrique Moreno González (1999) • Luc Montagnier, Robert C. Gallo (2000) • Jean Weissenbach, Craig Venter, John Sulston, Francis Collins, Hamilton Smith (2001) • Lawrence Roberts, Robert Kahn, Vinton Cerf, Tim Berners-Lee (2002) • Jane Goodall (2003) • Judah Folkman, Tony Hunter, Joan Massagué, Bert Vogelstein, Robert Weinberg (2004) • Antonio Damasio, Hanna Damasio (2005) • Juan Ignacio Cirac (2006) • Ginés Morata Pérez, Peter Lawrence (2007) • Sumio Iijima, Robert Langer, George M. Whitesides, Tobin Marks, Shūji Nakamura (2008) • Martin Cooper, Ray Tomlinson (2009) • David Julius, Linda Watkins, Baruch Minke (2010) • Joseph Altman, Arturo Álvarez-Buylla, Giacomo Rizzolatti (2011) • Gregory Winter, Richard A. Lerner (2012) • Peter Higgs, François Englert (2013) • Avelino Corma, Mark E. Davis, Galen Stucky (2014) • Emmanuelle Charpentier, Jennifer Doudna (2015) • Hugh Herr (2016) • Rainer Weiss, Barry Clark Barish, Kip Thorne (2017) • Svante Pääbo (2018) • Joanne Chory, Sandra Myrna Díaz (2019) • Yves Meyer, Ingrid Daubechies, Terence Tao, Emmanuel Candès (2020) • Katalin Karikó, Drew Weissman, Philip Felgner, Uğur Şahin, Özlem Türeci, Derrick Rossi, Sarah Gilbert (2021) • Geoffrey Hinton, Yann LeCun, Yoshua Bengio, Demis Hassabis (2022) • Jeffrey Gordon, Peter Greenberg, Bonnie Bassler (2023) • Daniel J. Drucker, Jeffrey M. Friedman, Joel Habener, Jens Juul Holst, Svetlana Mojsov (2024) |
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